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LA FELICITA'

​​​Il governo del Bhutan ha fatto molto parlare di sé quando, recentemente, ha adottato un'innovativa misura per calcolare il benessere della popolazione: il FIL (Felicità Interna Lorda), che, differentemente dal più celebre PIL, prende in considerazione criteri quali la qualità dell'aria, la protezione dell'ambiente, la salute dei cittadini, l'istruzione, la ricchezza dei rapporti sociali. E' un bel passo avanti sulla strada dell'evoluzione! Significa riconoscere, finalmente dopo millenni di storia, che la felicità deve essere un obiettivo di interesse generale: dovremo riscrivere i testi di sociologia!
Anche sul piano individuale la ricerca della gioia è una missione fondamentale dell'essere umano.  Io ho sempre avuto questa convinzione: se essa è un attributo innegabile dell'Amore, e l'Amore è la materia prima del cosmo, l'intero universo deve esserne pervaso!
Dunque, perché per la maggior parte delle persone non è così facile raggiungerla? La risposta sta nel cuore dell'Uomo.
Tutte le vie spirituali parlano della necessità di aprire il nostro cuore.
La Madonna di Medjugorje disse in un messaggio nel 2003: "Aprite il vostro cuore, affinché in esso entrino l’amore e la pace". La tradizione cristiana è ricca di insegnamenti in questa direzione. Anche altre religioni ne parlano diffusamente: secondo l'Induismo, il corpo umano possiede un centro energetico fondamentale (il chakra Anahata) proprio a livello del cuore e, tramite esercizi yogici e meditazioni, bisogna imparare ad aprirlo. Nell'ambito buddhista, il Dalai Lama ha scritto molto circa la necessità di aprire il cuore. Anche tutte le nuove correnti spirituali attribuiscono importanza assoluta a questo fattore.
Per realizzare l'apertura del cuore, dobbiamo in primo luogo aprirci all'Amore, alla compassione e alla cura del prossimo, come ho detto a proposito della solidarietà: pochi istanti dopo, ci accorgeremo che un'immensa, indescrivibile felicità inonderà tutto il nostro essere. E' inutile raccontarlo, bisogna provarlo: a me è successo centinaia di volte!
Quando la via della felicità è finalmente aperta, diventiamo capaci di provare gioia costantemente, innanzi alle più diverse situazioni della vita, anche nei momenti apparentemente più bui: un semplice sorriso, un saluto, una pizza con gli amici, un abbraccio alle persone care, una giornata di sole o di pioggia, una fetta di torta, un nuovo progetto... tutto sarà occasione per esprimere gioia infinita!
Penso che l'Uomo sia stato creato proprio per questo scopo: la sua missione in Terra è trovare la felicità, e farne dono gli altri. Sogno un mondo in cui tutti i popoli e gli esseri del pianeta siano uniti nell'Amore e nella Gioia.
Il mio nome, Gaia, significa "allegra". Devo ringraziare il Creatore per avermi elargito, effettivamente, una natura incline all'allegria, alla gaiezza, alla contentezza e all'entusiasmo. Anche San Francesco d'Assisi, a cui sono molto devota, possedeva un carattere simile - oltre ad una spiccata propensione per il dialogo interreligioso, che caratterizza anche me. Il mio profondo desiderio è di riuscire a donare un po' di questa felicità e di quest'Amore a tutte le persone che incontro sul mio cammino.
Certamente non è sempre facile, poiché ogni individuo è diverso, e ogni cuore parla un differente linguaggio. Per tale ragione prego tantissimo, e prego in molti modi - anche perché la preghiera stessa è un meraviglioso strumento di felicità.  Invoco sempre Dio Padre, che tanto amo, e Maria Santissima, Regina della Gioia. Sono molto devota a Gesù ed allo Spirito Santo, che mi sostengono con Amore e Sapienza. Nel corso degli anni mi sono consacrata a diversi santi: Santa Teresina di Lisieux, Patrona delle Missioni e grande teologa dell'infanzia spirituale; San Giuseppe, con le sue sette gioie; i santi Arcangeli, entità dolcissime e liete.  Quando mi rapporto con persone appartenenti a credi differenti dal Cristianesimo, per poter dialogare in armonia mi rivolgo con amicizia alle grandi anime che hanno rappresentato tali religioni: parlo di quei figli di Dio che, con profonda umiltà e abnegazione, nel corso della storia hanno contribuito a richiamare i diversi popoli verso il bene.  Per il Buddhismo, mi appello in particolare ad Avalokitesvara, il Bodhisattva della Compassione, che aiuta i buddhisti a superare la sofferenza. Per l'Induismo, Sathya Sai Baba, considerato l'Avatar di Shiva, che pronunciò la splendida frase "Dove c'è Gioia, c'è Dio". Per l'Ebraismo, l'angelo Rehael, dispensatore del Rispetto. Per le altre fedi, domando la collaborazione amorevole delle relative divinità. Infine mi rivolgo spesso agli angeli protettori della Terra e della Natura, che un tempo erano chiamati Dei, perché possano ricordare all'essere umano la necessità di prendersi cura del pianeta.
Attraverso l'apertura di cuore, superiamo i limiti intellettuali e culturali, ci apriamo a tutte le sfaccettature della realtà,  e diventiamo capaci di confrontarci con esse nella pace e nel rispetto reciproco. L'Avversario,  il diaballo, è colui che divide: l'Amore è invece ciò che unisce. Credo profondamente nell'ecumenismo e nel dialogo interreligioso.
Alla base della nostra esistenza, del resto, palpita una gioia suprema,  eterna, inestinguibile, che è a disposizione di tutti gli esseri senza distinzione: per chi la sa trovare, il suo nome è Dio.

​​"La gioia

non la si trova negli oggetti

che ci circondano,
ma nel più profondo dell'anima."
(Madre Teresa

di Calcutta)​

​​"Mio Signore, che fai rima

con Amore, sarò sempre la tua piccola bambina."

(Arda Roccalas)

SANTA TERESA DI LISIEUX,

DOTTORE DELLA CHIESA

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